Fermana-Perugia 1-1, Grifo "rosso" di rabbia. Addio primo posto?

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Adesso, la sensazione è che sia proprio finita.

E se il linguaggio del corpo significa qualcosa, al di là delle dichiarazioni del postpartita, sembra che anche la dirigenza del Perugia si stia rassegnando ai playoff, con la speranza di riuscire a giocarli da seconda in classifica.

Eppure, fino al 35, il Grifo aveva disputato probabilmente il miglior primo tempo della stagione, per intensità e trame di gioco.

Con il tridente leggero formato da Elia, Murano e Falzerano e con i muscoli di Sounas e la corsa di Moscati accanto all’insostituibile Kouan.

Così, dopo qualche tentativo poco convinto dei padroni di casa, il Grifo passa con il furetto Elia, bravissimo ad allargarsi sul cross di volèè del terzino adattato Di Noia: la palla attraversa tutta l’area e trova il furetto puntuale all’appuntamento col gol.

I  padroni di casa provano a impensierire Minelli con un paio di sortite: pericolosa qella del 26esimo, quando la freccia Boateng approfitta del retropassaggio no look di Monaco, supera Minelli ma non trova la porta.

La porta la trova eccome Falzerano con uno splendido sinistro a giro, a cui solo il palo dice di no.

È il momento sliding doors, come usa dire adesso, perché poco dopo Elia si fa male e Caserta sceglie di cambiare l’assetto offensivo mettendo il corazziere Vano accanto a Murano, anziché un trequartista come Minesso.

Il motivo lo spiegherà lui stesso a fine gara: Angella e Monaco stavano male e non si poteva far partire l’azione da dietro, quindi bisognava puntare sulle seconde palle.

Una scelta che sembrava pure pagare perché un minuto dopo Vano metteva il piede, anzi la testa, sull’azione del secondo palo del Grifo, ancora con Falzerano, dopo che Ginestra aveva respinto la conclusione di Murano.

Passano 30 secondi e succede il patatrac: il gigante inserito da Caserta allarga le braccia per divincolarsi dalla marcatura di Iotti e lo colpisce: una, due, tre volte.

Comportamento se non cattivo sicuramente ingenuo… anche perché l’arbitro è lì e non può fare a meno di estrarre il cartellino… che sarebbe "arancione", se nel calcio esistesse, invece è rosso.

Un colore che fa piombare Perugia in lockdown ben prima del sabato santo.

Già nervosa di suo per le polemiche dell’andata, la partita diventa incandescente sia in campo sia sulle panchine, con quella biancorossa che si sente defraudata e protesta anche per qualche fischio di troppo e per cartellini troppo facili.  

Caserta sceglie di non fare sostituzioni e si presenta nella ripresa con la stessa squadra, che è più forte ma ha un giocatore in meno e tanti elementi in difficoltà fisica, come i due centrali, che al 57esimo si fanno bruciare da Boateng e consentono alla freccia marchigiana di fare 1-1.

Solo adesso arrivano le sostituzioni in casa biancorossa, con l’ingresso prima di  Bianchimano e Crialese, poi di Melchiorri e Minesso.

Il momento di sbandamento è evidente e la Fermana non ne approfitta solo perché ha ormai poco da chiedere al suo campionato, oltre che per i propri limiti.

Sull’altro fronte, grida vendetta un passaggio molle di Melchiorri per Falzerano.

Ma non solo!

Tornano gli errori sull’ultimo passaggio anche perché domina il nervosismo, che esplode all’ottantesimo quando sull’ennesimo duello aereo Kouan si becca il giallo mentre la panchina del Perugia chiedeva il rosso per Urbinati. Rosso che arriva invece per Giannitti, cacciato dalla panchina.

E meno male che Crialese all’ultimo respiro salva in recupero disperato su D’Anna perché poteva scapparci anche una clamorosa sconfitta.

Il trittico di trasferte prosegue a Verona.

Caserta dice di credere ancora al primo posto.

La sensazione è che sia rimasto il solo.