Caserta dopo la vittoria di Imola: "Dobbiamo chiudere le partite"

Caserta dopo la vittoria di Imola: "Dobbiamo chiudere le partite"

Ai microfoni di Marco Taccucci, a fine gara, in collegamento in diretta con "Il Calcio in Piazzetta", Fabio Caserta si presenta soddisfatto, ma non esita a sottolineare le manchevolezze della squadra.

"Non era facile affrontarla dal punto di vista mentale. Queste sono le partite più difficili. Gli scontri diretti contro le squadre che lottano per vincere il campionato si preparano da sole. Invece quelle contro le squadre più dietro in classifica c’è sempre il rischio di prenderle sotto gamba".

"L’unica cosa su cui penso dobbiamo ancora migliorare è sul fatto che le partite dobbiamo chiuderle perché poi arriva un calcio di punizione al novantesimo, come oggi, da posizione pericolosa e rischi di perdere i tre punti".

"Cosa ci manca? Secondo me sbagliamo troppo spesso la scelta finale. Dobbiamo essere bravi a capire quale soluzione scegliere per concludere a rete. Abbiamo lavorato questa settimana nelle scelte da fare negli ultimi venti metri, come attaccare la porta, come fare l’ultimo passaggio. Eppuire anche oggi abbiamo sbagliato".

"È una considerazione che faccio da tanto tempo insieme ai ragazzi, a cui però non posso addebitare nulla perché loro ci mettono tutto. Purtroppo non c’è la bacchetta magica. Ti puoi allenare quanto vuoi, ma in partita è tutto diverso. Quello che è successo a Gubbio è emblematico…".

"Elia? Non va gestito. Quelli del 99 non si devono gestire… devono giocare sempre e devono essere orgogliosi di giocare sempre. Ma anche lui deve migliorare nelle scelte. A fine partita doveva portare la palla sulla bandierina invece ha tentato un passaggio su Falzerano e abbiamo perso palla. Sta migliorando, è migliorato molto ad esempio nella finalizzazione e spero continui a far gol, ma ha ancora margini di miglioramento".

"Come sto? Quando c’è la forza per combattere le difficoltà che ti presenta la vita, va sempre bene. Io ho avuto delle difficoltà pesanti nella mia vita, quindi sono abituato (ha perso un fratello; ndr) ma non è facile poi venire qui a parlare oppure guidare un gruppo di 30 persone".