Un manifesto per un carcere futurista: il monologo finale
Quello che sentirete è l’articolo 18 del “Manifesto per un carcere futurista” distribuito dai detenuti del carcere di Maiano al termine dellla rappresentazione di “Senza titolo”, lo spettacolo in scena proprio all’interno della casa circondariale di Spoleto nell’ambito del Festival dei Due Mondi.
Una esperienza teatrale immersiva, cominciata prima all’esterno, poi proseguita lungo i viali, dove i circa 700 spettatori sono stati condotti dalla guardie carcerarie entrando simbolicamente, oltre che fisicamente, all’interno della casa circondariale.
Lì, in scena, una cinquantina di attori che hanno rappresentato, da un lato, la loro vita nel carcere, scandita sempre dalle stesse parole e dalla medesima routine, dall’altro, un tribunale visionario in cui personaggi surreali hanno messo in scena un vero e proprio ring linguistico.
Insieme hanno immaginato un nuovo carcere, scrivendo e poi distribuendo un “manifesto per un carcere futurista”, in cui si chiedono strutture meno fatiscenti, lavoro vero e retribuito, istruzione, libero accesso agli affetti e all’amore, rispetto per le individualità e anche per le diversità, un reale diritto alla salute, una formazione concreta alle nuove tecnologie per preparare chi è dentro alla vita di fuori; infine, la difesa degli spazi teatrali in carcere, oggetto del monologo finale.
Nel telegiornale di oggi, le immagini dello spettacolo e l’intervista alla comandane del corpo di polizia penitenziaria.
Oggi, sempre a Spoleto, presso la Biblioteca Comunale, si terrà il seminario “Cultura & Carcere”, un lungo convegno per confrontarsi proprio sul carcere, in particolare sul ruolo dell’istruzione all’interno delle carceri italiane. Lo organizza il Cesp e parteciperanno numerosi rappresentanti istituzionali e del mondo della politica, ma anche operatori ed esperti del settore.