Fine vita, Laura Santi dice “basta”: “Andrò in Svizzera”

loading...

Una notizia che seppur annunciata da tempo arriva come un fulmine a ciel sereno. Laura Santi, la giornalista perugina affetta da una forma progressiva e avanzata di sclerosi multipla, ha affidato ad una lettera alla stampa la volontà di trasferirsi in breve tempo in Svizzera e sottoporsi alle procedure per il fine vita. Lo scorso novembre aveva avuto il via libera dalla sua Asl di riferimento per l’accesso al suicidio assistito, dopo due anni dalla sua richiesta, due denunce, due diffide, un ricorso d’urgenza e un reclamo per ottenere una risposta da parte dell’azienda sanitaria umbra. L’azione giudiziaria è stata coordinata dal collegio legale dell’associazione Luca Coscioni coordinato dall’avvocata Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’associazione.
L’iter, però non si era ancora concluso essendo Laura Santi ancora in attesa di conoscere modalità di esecuzione della sua volontà e mancando l’individuazione del farmaco.
«Sto peggiorando sempre di più. – scrive Laura nella sua lettera – Sono stata capace di risolvere i miei problemi assistenziali, ho trovato persone che mi assistono validissime, rischiavo di perdere i fondi per l’assistenza e ne sono venuta a capo. Non è dunque questo il motivo della mia scelta. Io ho bisogno di morire presto e il motivo della mia scelta è soltanto il corpo. Tutte le sere il corpo mi parla e mi dice che è ora. Le giornate stanno diventando sempre più una tortura, Ho quindi preso contatto con un’organizzazione che si occupa di fornire l’aiuto alla morte volontaria in Svizzera. Quello della Svizzera è diventato un orizzonte concreto e obbligato, perché la mia regione, l’Umbria, e la mia Asl, Perugia, non mi hanno dato mai risposta sulle modalità pratica per ottenere l’attuazione di quello che è un mio diritto riconosciuto su carta, e confermato dalle visite mediche che riconoscono la presenza delle condizioni previste dalla Corte costituzionale per accedere al diritto al suicidio medicalmente assistito qui in Italia.
Parole drammatiche e dure quelle di Laura Santi che punta il dito su una istituzione, la Regione Umbria che, scrive, mi espone ad un calvario che si aggiunge a quello che già affronto ogni giorno con la malattia in progressione. Continuerò fino all’ultimo momento utile, cioè fino al giorno prima di partire per la Svizzera, a battermi per ottenere il rispetto in Italia del diritto che mi è già stato riconosciuto sulla carta. Mi manca un tanto così: è da dicembre che attendo l’approvazione di un protocollo farmacologico terapeutico e le modalità per eseguire la mia volontà. Conto sul vostro aiuto per ottenerlo, e spero che Regione Umbria ponga fine all’ostruzionismo in atto».