Peronospera e primavera piovosa: a forte rischio la produzione di vino

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Dopo anni di vendemmie anticipate, il 2023 ristabilisce l’equilibrio dei tempi di raccolta, in alcuni casi anche in ritardo, ma lascia il segno sulla quantità, in quasi tutta Italia in diminuzione dal 20 al 50%. L’andamento climatico ha inciso profondamente sulla maturazione delle uve e sui volumi prodotti, sia per le gelate primaverili e le pesanti grandinate estive sia per la peronospora, che è ricomparsa a causa dell’umidità persistente e fa sentire i suoi effetti anche sulla nostra regione.

Le prossime settimane saranno decisive per valorizzare al meglio la produzione, ma già si toccano con mano gli effetti della situazione venutasi a creare.

Se n’è parlato nel corso dell’ultima riunione della Federazione Nazionale Vino di Confagricoltura, a cui hanno partecipato i presidenti delle Sezioni regionali.

La malattia della vite – a causa delle forti piogge di primavera – sta attaccando diverse regioni italiane, con perdite previste che in alcune zone arrivano al 40%, come rilevato dall’osservatorio di Unione italiana vini, che ha intervistato un campione di imprese sul territorio nazionale.

Maggiormente esposta al problema la viticultura biologica che, in alcune aree, risulta fortemente compromessa, mentre le regioni più danneggiate sono quelle della dorsale adriatica, a partire da Abruzzo e Molise. Complicata la situazione anche in Umbria, Lazio e Sicilia.

La stagione pre-vendemmiale era partita bene un po’ ovunque, poi da maggio in avanti la situazione si è guastata, passando repentinamente dal problema degli stock in eccesso – attualmente confermato con le Dop in eccedenza a +9% sullo scorso anno – a uno scenario di probabile importante riduzione dei volumi di raccolta previsti in diverse regioni.